Una lettura critica del lavoro di Gainsbury et al., 2015.

Questo articolo è stato pubblicato su ALEA Bulletin 3/1, 2015.

L’impatto delle tecnologie digitali e della comunicazione mobile sul gioco d’azzaro è materia di ampia discussione tra gli esperti. Il fenomeno del gioco d’azzardo è solo uno degli aspetti in via di trasformazione che più in generale interessano l’intero campo dell’esistenza umana nelle società avanzate. Le nuove tecnologie e la rete Internet possono sia rendere più accessibile l’azzardo che trasformare il modo tradizionale di scommettere in qualcosa di totalmente nuovo (Bellio e Croce, 2014). Molti sostengono che il gioco online sta progressivamente soppiantando il gambling nei tradizionali punti gioco del territorio.

Sally Gainsbury, valente collaboratrice di Blaszczynski alla University of Sydney ed esperta di Internet gambling, è la prima firmataria di un recentissimo lavoro che compara il gioco online con il gioco territoriale (land-based).

L’ultima indagine epidemiologica condotta sulla popolazione generale australiana risaliva al 1998/9 e aveva rilevato che l’82% degli adulti aveva giocato nel corso degli ultimi 12 mesi. I giochi più popolari erano risultati le lotterie (60%), i gratta e vinci (46%), gli apparecchi elettronici (39%) e le corse (24%). Solo lo 0.6% degli australiani riferivano di giocare su Internet. Nel 2001 fu approvata una legge che legalizzava parzialmente il gioco online, consentendo solamente le scommesse e le lotterie. In ogni caso l’attività di gambling online viene di fatto resa disponibile attraverso innumerevoli siti off-shore che non rispondono alla giurisdizione australiana. Nel 2010 la Productivity Commission stimava che i giocatori online oscillassero tra lo 0.1 e 4.3% della popolazione adulta. Questi ed altri dati depongono per un rapida crescita della popolarità del gambling online, seppur rimanga ancora una forma d’azzardo nettamente minoritaria rispetto al gioco territoriale. Alla crescita costante dell’Internet gambling si contrappone la recente flessione della spesa per le forme tradizionali di azzardo, tanto da chiedersi se non sia in corso un processo che porterà il gambling online a soppiantare quello territoriale. In realtà i dati attuali a livello internazionale negano che il gioco online stia provocando aumenti significativi della diffusione dell’azzardo e rivelano al contrario che la maggior parte di chi gioca online lo fa anche nei punti gioco territoriali. Comunque le ricerche fin qui condotte hanno rilevato che i giocatori online appartengono ad un sottogruppo specifico: giovani, maschi, occupati, con maggiore scolarità e con possibilità di accesso ad Internet.

Su queste premesse il gruppo di Blaszczynski e Gainsbury ha condotto nel 2011 una indagine telefonica su un ampio campione rappresentativo della popolazione generale australiana. Lo studio ha reclutato 15.006 soggetti di ambo i sessi, maggiori di 18 anni, di cui 9.598 hanno dichiarato di aver giocato d’azzardo negli ultimi 12 mesi. L’intervista completa è stata somministrata a tutti i giocatori che nell’ultimo anno avevano giocato almeno una volta online (849 soggetti), e a un adeguato campione di giocatori tradizionali (1.161 soggetti) da comparare con i primi.

I dati rilevati sono stati opportunamente pesati sulla base dell’ultimo censimento allo scopo di poter generalizzare i risultati come rappresentativi della popolazione generale adulta australiana.

Risultati

Il 64.3% degli australiani ha giocato d’azzardo nell’ultimo anno, in particolare lotterie (43.2%), gratta e vinci (31.5), scommesse su cavalli e cani (22.4%), slot-machine (19.4%), scommesse sportive (13.3%). Inferiore al 10% la partecipazione alle altre forme di gioco. Il gioco online ha interessato l’8.1% dei giocatori; i giochi preferiti sono stati le lotterie (67.6%), le scommesse su cavalli e cani (64.2%), le scommesse sportive (54%), i gratta e vinci (52%), le slot-machine (43%), giochi da casinò e da tavolo (28.6%), il poker (19.9%), il keno[1] (18.5%). Inferiore al 10% la partecipazione alle altre forme di gioco. Due su tre giochi online più popolari coincidono con quelli giocati tradizionalmente. Inoltre i giocatori online si rivelano in proporzione più frequentemente coinvolti dei giocatori tradizionali in diverse forme di azzardo.

L’atteggiamento del giocatori online si mostra differente da quello di chi frequenta giochi territoriali: essi sembrano infatti più orientati a ritenere che i benefici derivati dal gioco riescano in una certa misura compensare i danni, e parallelamente risultano meno convinti che i danni possano di gran lunga oltrepassare i benefici. A fronte di un atteggiamento complessivamente meno sfavorevole nei confronti del gambling da parte dei giocatori online, la maggioranza dei giocatori intervistati ritiene in ogni caso che l’azzardo comporti più danni che benefici.

Sempre confrontando i giocatori online con quelli tradizionali, emerge una maggior proporzione di maschi, con età media inferiore, di stato civile single o conviventi, di scolarità più bassa, impiegati o studenti a tempo pieno. Il 2.9% dei giocatori online si considera giocatore professionista, contro lo 0.4% dei giocatori tradizionali.

Tra i giocatori online, il 52.4% ha riferito di preferire questa modalità di gioco a quella tradizionale o per via telefonica, accedendo alla rete in larga maggioranza per mezzo del computer mentre solamente il 9.4% usa lo smartphone e il 2.5% il tablet. Il 17.2% ritiene che l’uso della carta di credito abbia incrementato la propria spesa, mentre il 9.6% riferisce che il gambing online abbia interferito con i ritmi del sonno e il 3.5% con i ritmi dell’alimentazione. Infine i giocatori online si mostrano in più larga proporzione coinvolti in più forme di gioco e con una spesa maggiore per l’azzardo.

Le conclusioni degli Autori

Quello presentato è il primo studio su un campione rappresentativo della popolazione australiana dal 1999. Rispetto ad allora, la prevalenza di gioco d’azzardo negli ultimi 12 mesi ha avuto una riduzione significativa: la riduzione di popolarità ha riguardato ogni tipologia di gioco ad eccezione delle scommesse sportive la cui partecipazione è più che raddoppiata. Il gioco online risulta aumentato, come si poteva prevedere, e chi preferisce questa modalità sembra essere maggiormente coinvolto nel gambling: gioca più frequentemente, a più tipi di giochi, e spende di più. Non è chiarito tuttavia se il maggiore coinvolgimento dipenda dalla facilità di accesso e la maggior convenienza del gioco online, oppure se i giocatori già inizialmente più coinvolti si rivolgano al gioco su Internet. A supporto di questa ultima ipotesi c’è un atteggiamento verso l’azzardo più favorevole proprio da parte dei giocatori online. Il fatto che più giocatori online rispetto a quelli tradizionali si ritengano giocatori professionisti potrebbe essere legato alla maggiore convenienza economica che esiste nel gioco online[2]. Poichè la maggior parte dei giocatori tradizionali ha comunque disponibilità dell’accesso a Internet, sembra si possa concludere che la accessibilità alla rete non rappresenti una sufficiente motivazione ad iniziare a giocare online. Viste anche le peculiarità del profilo dei giocatori su Internet, si può ritenere che essi rappresentino una specifica sottopopolazione di giocatori d’azzardo. In ogni caso due quinti dei giocatori online hanno dichiarato la propria preferenza per il gioco tradizionale, sottolineando ancora una volta che la maggior convenienza e la accessibilità non sono gli unici elementi motivanti e che il gioco territoriale ha un suo specifico mercato.

Le limitazioni dello studio sono soprattutto due: la prima riguarda la rappresentatività statistica del campione per la quale si è dovuto ricorrere ad una pesatura dei dati. La seconda è dovuta alla modalità di reclutamento del campione, basata sulla estrazione casuale di numeri telefonici fissi. Ciò ha escluso i possessori di soli telefoni mobili, potendo questo rappresentare una fonte di sottostima del gioco online.

COMMENTO: A CIASCUNO IL SUO (GIOCO D’AZZARDO)

Noi Italiani possiamo innanzi tutto consolarci: se nella trendy Australia è stato condotto uno studio di prevalenza sulla popolazione generale a distanza di 12 anni dal precedente, noi che possiamo contare su almeno tre ricerche fatte tra il 2008 e 2010 siamo autorizzati a restar tranquilli almeno fino al 2020.

Il lavoro di Gainsbury e colleghi in apparenza non è particolarmente informativo, e di fatto ripete alcune cose già sentite altrove, come ad esempio che nella popolazione esiste un fenomeno di assuefazione (ma potremmo chiamarlo anche di assestamento) alla presenza del gioco d’azzardo nella comunità. A fronte del diffondersi di questi nuovi prodotti, si assiste dapprima ad un aumento progressivo della prevalenza dei giocatori cui segue una riduzione e stabilizzazione, sia sotto forma di spesa che di numero di giocatori. I colleghi australiani, empiristi nella pura tradizione anglosassone, sono giustamente andati a verificare se le cose stessero effettivamente in questo modo, numeri alla mano.

L’osservazione e la misurazione dei fenomeni sono attività conoscitive che permettono di ottenere dati sui quali poter programmare interventi e/o fare previsioni sulla evoluzione futura. Ciò è di particolare rilievo per un fenomeno nuovo, in piena evoluzione, e per certi versi ancora misterioso quale il gambling online e le sue contaminazioni con le incredibili possibilità offerte da tecnologie sempre nuove (Bellio e Croce, 2014). Attorno al gioco d’azzardo online si concentrano le preoccupazioni di molti operatori che vedono in questa forma nuova di gambling un notevole rischio: la caratteristica induzione di stati dissociativi tipici del gioco elettronico si assommerebbero alla accessibilità enormemente aumentata, alla possibilità di giocare a più giochi contemporaneamente, al maggiore payout che prolunga di molto la possibilità di giocare e incrementa l’assorbimento, il rischio di aggirare le protezioni verso la minore età, e infine il fatto che tale forma di gambling è particolarmente appetibile per i giovani. L’aspettativa logica che nasce da questi presupposti è che dal gioco online possa emergere una più rilevante problematicità.

Tuttavia i dati empirici di Gainsbury e Colleghi sembra ci stiano raccontando un’altra storia: certamente il gioco online porta con sé i propri problemi specifici, ma l’incremento della sua popolarità non è stata quella marea montante, quello tsunami che alcuni avevano profetizzato e tuttora stanno annunciando: finora solo l’8% dei giocatori d’azzardo australiani hanno giocato almeno una volta via Internet e di questi quasi la metà ha dichiarato di NON preferire questa forma di gioco. I dati ci dicono inoltre che sebbene vi siano elementi di problematicità prevalenti in chi gioca d’azzardo online, ad esempio il coinvolgimento maggiore in più tipologie di giochi, questo riguarda sia i giochi online che quelli territoriali. Una conferma di questo risultato viene da un altro recentissimo lavoro dello stesso gruppo (Blaszczynski, Russell, Gaisbury e Hing, 2015): il maggiore coinvolgimento nel gambling si esprime nel giocare sia online, sia ai giochi tradizionali territoriali. Questi soggetti avrebbero maggiori livelli di gravità e di sofferenza mentale. Invece il gioco online esclusivo non sarebbe associato a maggiori rischi, forse perché questi giocatori sarebbero in grado di mantenere livelli più accettabili di coinvolgimento, di consumo alcolico, e di perdite economiche. Oppure, concludono gli Autori, il gioco online potrebbe offrire maggiori livelli di protezione del giocatore attraverso sistemi di controllo e politiche di gioco responsabile.

Il risultato di questi studi sorprende e mette in dubbio che Internet sia di per sé una fonte di maggiori problemi per chi gioca a soldi. Sembra invece che i problemi siano appannaggio di un gruppo di giocatori accaniti che si coinvolgono in molte attività di gioco, sia online che territoriali. In ogni caso i motivi della minore problematicità del gioco online esclusivo non sono ancora chiari.

Da ultimo questo studio dimostra in modo inequivocabile che il gioco d’azzardo territoriale è destinato a interpretare un ruolo fondamentale nell’offerta complessiva dell’azzardo ancora per molto tempo a venire.

Questa è la situazione attuale in un Paese, come l’Australia, dove la legislazione sul gambling online sembra più conservativa che da noi. Dato che le tecnologie digitali applicate alla rete sono in piena evoluzione, è sempre possibile che qualche nuova diavoleria cambi la situazione in modo significativo.

Sul piano metodologico possiamo concludere che è sempre utile andare a verificare come stiano effettivamente le cose nella realtà, anche se a prima vista sembra sia un lavoro inutile. Pensare di conoscere la realtà che sta dietro ai fenomeni solo perché i relativi presupposti appaiono logici e verosimili conduce spesso ad errori clamorosi e sottrae il piacere di fare nuove scoperte. L’ipotesi che il gioco su Internet sia di per sé più rischioso di quello territoriale non è al momento dimostrata.

L’attenzione sui rapporti tra gambling e Internet va comunque tenuta d’occhio da noi operatori: le potenzialità industriali future sono rilevanti, così come preoccupano le contaminazioni tra mondi apparentemente distanti come i videogiochi e i social network da una parte e il gambling dall’altra. E sapere che un ragazzino di 8 anni può giocare alle slot, seppure senza puntare denaro, è comunque cosa che inquieta.

Bibliografia

Bellio G, Croce M (2014): I nuovi orizzonti dell’azzardo: il gambling online, in: Bellio, Croce (eds), Manuale sul gioco d’azzardo, Franco Angeli Editore, Milano.

Blaszczynski A, Russell A, Gaisbury S e Hing N(2015): Mental Health and Online, Land-Based and Mixed Gamblers. Journal of Gambling Studies, Published online 06 march 2015.

Gainsbury SM, Russell A, Hing N, Wood R, Lubman D, Blaszczynski A (2015): How the Internet is Changing Gambling: Findings from an Australian Prevalence Survey. Journal of Gambling Studies, 31/1:1-15.


[1] Il keno è una forma di lotteria di origine cinese in cui il giocatore è chiamato a scegliere su una schedina 20 numeri su 80. La vincita dipende da quanti numeri estratti sono stati indovinati, dall’entità della scommessa e dal margine di ricavo del gestore.

[2] Nel gioco online il margine di ricavo per il gestore è significativamente inferiore a quello dei giochi tradizionali dei punti gioco territoriali.

Condividi

Tags:

Comments are closed