La richiesta di chiarimenti da parte di una Collega mi ha stimolato alcune considerazioni in merito all’attività di trading online, in particolare se essa possa essere assimilata al gioco d’azzardo.

L’azzardo in Borsa

Per definire “gioco d’azzardo” sono necessari due elementi: 1) che venga rischiato del denaro o altri valori; 2) che il guadagno e la perdita siano determinati totalmente o grandemente dalla casualità. Sebbene l’espressione popolare “giocare in borsa” suggerisca già la conclusione, è necessaria una analisi più razionale. Il rischio è una componente ineliminabile degli investimenti in Borsa. Gli strumenti finanziari mostrano livelli differenziati di rischio che sono legati non solo alla natura del titolo, ma anche alle dinamiche di compravendita. Ad esempio il valore dell’azione di un’azienda quotata è espressione di variabili legate all’attività e produttività di quell’azienda, alla sua prospettiva di sviluppo, alla salute dei suoi bilanci, alle aspettative sui dividendi, in altri termini al suo valore complessivo. Il valore dell’azione tuttavia è soggetto ad oscillazioni continue, frutto soprattutto della dinamica tra domanda e offerta di acquisto. L’entità di questa variabilità può essere modesta, ma talora anche accentuata nel caso intervenga un fattore perturbativo: dopo gli attentati dell’undici settembre, ad esempio, ci fu un immediato crollo delle borse indipendente da un reale cambiamento nelle attività produttive delle aziende quotate. Le oscillazioni dei valori non riguardano unicamente le azioni, ma anche tutti gli altri titoli, le materie prime e il rapporto tra valute. Il trading online consente di agire su svariate tipologie di strumenti finanziari e di calibrare le prospettive di guadagno e di perdita. Generalmente i soggetti che sviluppano compulsione e perdite economiche agiscono in modo speculativo.

Ciò che differenzia un investimento da una speculazione è in parte la natura dell’asset, ma soprattutto l’orizzonte temporale: nel lungo termine il valore dei titoli risentirà di fattori macro, ad esempio l’andamento del ciclo economico. Viceversa, le oscillazioni dei valori nelle operazioni speculative a brevissimo termine (ore, minuti, secondi) risentono molto di fattori aleatori. Gli economisti discutono se l’andamento a brevissimo termine del valore dei titoli sia effettivamente casuale (random walk, in termini matematici; Fama, 1995), tuttavia sul piano pratico è certamente imprevedibile. Il tipico comportamento dei trader problematici è la compravendita di asset ad alto rischio nel giro di minuti, o la scommessa sulle quotazioni che le valute avranno dopo pochi minuti dall’acquisto. Si tratta di scommesse con possibilità di significativi guadagni, ma di altrettanto significative perdite. La possibilità di utilizzare leve finanziarie (leverage) è una ulteriore fonte di rischio: questo strumento consente di acquisire asset con denaro che in realtà non si possiede. L’investitore conta infatti sulla possibilità di ripagare il debito con i profitti derivati dalla immediata rivendita del titolo ad un prezzo maggiore. Alcuni trader sperimentano una vera e propria compulsione alle compravendite e al chasing. Il tempo speso davanti al computer è rilevante e può andare a discapito del proprio lavoro, della famiglia, della vita sociale e di attività un tempo gratificanti. I comportamenti sintomatici del gioco d’azzardo, ad esempio i criteri DSM-5, risultano validamente applicabili anche alle situazioni di trading compulsivo.

Pertanto sono molti elementi che consentono di  equiparare le attività speculative a brevissimo termine ai comportamenti di gioco d’azzardo e questa analogia viene percepita e confermata anche dai trader, quando si rivolgono ai servizi chiedendo un trattamento.

Il Trader in terapia

È abbastanza raro che una persona con problemi di controllo sulle attività di trading arrivi ai servizi, né è chiaro quanti trader finiscano con lo sviluppare problemi legati al discontrollo. Purtroppo la scarsa numerosità impedisce l’osservazione accurata delle principali caratteristiche socioanagrafiche dei trader con problemi. La mia limitata esperienza appare tuttavia abbastanza in linea con quanto descritto da Grall-Bronnec e Colleghi (2017); sembra si tratti prevalentemente di adulti maschi, di buona scolarità e con alto livello di funzionamento, talora professionalmente coinvolti nella gestione di investimenti altrui. Ho avuto l’impressione che in questi soggetti fossero prevalenti gli aspetti narcisistici, competitivi e/o il desiderio di rivalsa sociale. Manifestavano la forte convinzione che il successo nell’attività di trading fosse direttamente collegato alle abilità di analisi economica, mentre tendevano a negare la presenza di una forte componente aleatoria. La tendenza a sovrastimare le proprie capacità era comune, rappresentando una distorsione cognitiva (illusione di controllo) del tutto analoga a quanto si osserva nei giocatori d’azzardo.

Cosa fare?

Cosa può fare l’operatore al quale il trader chiede aiuto? A mia conoscenza non esistono forme specifiche di trattamento, per cui è necessario adattare le strategie che vengono utilizzate nel disturbo da gioco d’azzardo. In generale è raccomandato un accurato assessment e la personalizzazione del trattamento.

  1. L’assessment dovrebbe includere, oltre al colloquio clinico, diversi strumenti standardizzati allo scopo di: A) analizzare specificamente i comportamenti e le conseguenze connesse alle attività finanziarie, in particolare quelle speculative (si veda ad esempio Youn et al., 2016); B) verificare la presenza, attuale o in anamnesi, di abuso di alcol o sostanze (cocaina ad esempio), di precedenti disturbi psichiatrici, soprattutto ansia, insonnia, depressione o altri disturbi dell’umore, altri disturbi del controllo degli impulsi, altre forme di gambling; C) definire la struttura di personalità; D) analizzare il funzionamento cognitivo e accertare la presenza di pensieri erronei; E) verificare la familiarità psicopatologica e di comportamenti additivi; F) esplorare le relazioni, l’evoluzione personale e le tappe di sviluppo biologico e socioaffettivo; G) raccogliere informazioni su precedenti o attuali patologie somatiche (disturbi da stress!) e trattamenti.
  2. Coinvolgimento della famiglia laddove possibile e opportuno.
  3. Psicoeducazione, soprattutto orientata a facilitare la comprensione del problema e della assimilazione alla dipendenza da gioco. Illustrazione dei meccanismi neurobiologici che sostengono il craving e la compulsione: ciò potrebbe rivelarsi particolarmente utile nei soggetti narcisisti, particolarmente sensibili e suscettibili a sentirsi additare come persone “vulnerabili” o “malate”.
  4. Trattamento cognitivo comportamentale delle distorsioni cognitive e prevenzione delle ricadute.
  5. Supporto psicologico e trattamento, anche farmacologico, delle comorbilità eventualmente presenti.
  6. Controllo comportamentale dell’accesso agli strumenti di trading: probabilmente impossibile nel caso il paziente sia professionalmente chiamato a utilizzarli (problema spinoso…), e comunque difficile anche negli altri casi, dovendo incidere sull’accesso a Internet. Forse più percorribile la discussione con il paziente e i familiari della possibilità di cancellare gli account e di mettere sotto controllo l’utilizzo del denaro, come solitamente si fa con i giocatori; va posta attenzione specifica alle modalità e meccanismi utilizzati nelle compravendite (in questo senso il controllo sul contante per le spese quotidiane potrebbe essere più morbido…).
  7. La personalità di base consente di orientare il trattamento di supporto psicologico: la presenza di vulnerabilità emotiva e/o di disturbi affettivi potrebbe indicare un trattamento psicoterapico supportivo, mentre una accentuata rigidità in soggetti narcisistici e/o competitivi potrebbe consigliare strumenti più tipicamente cognitivo comportamentali o comportamentali.
  8. Supporto alla riorganizzazione del tempo libero e delle attività gratificanti.
  9. Psicoeducazione e supporto familiare.
  10. In presenza di craving accentuato e non riducibile con la psicoterapia potrebbe essere fatto il tentativo di trattamento farmacologico con naltrexone, con verifica periodica della funzionalità epatica. Si tratterebbe di un utilizzo off-label, con tutte le conseguenze del caso.
  11. Infine, in caso di particolare persistenza, irriducibilità e gravità dei comportamenti e delle conseguenze economiche, non vanno dimenticati gli strumenti legali, in particolare l’amministrazione di sostegno. Paziente e famiglia andrebbero informati di questa possibilità di intervento.

L’operatore che si occupa di azzardo patologico o di dipendenze comportamentali non troverà particolari sorprese in queste raccomandazioni, e questa è una buona notizia: l’armamentario per una buona terapia è già in nostro possesso e prevedo che la ricerca scientifica non ci riserverà particolari novità nel prossimo futuro.

La formazione dell’operatore dei servizi

L’operatore dovrebbe cercare di comprendere i principali aspetti tecnici del trading speculativo: quali asset sono oggetto di compravendite, come funzionano gli strumenti software che vengono utilizzati, su quali strategie si basano le false credenze. Occuparsi di valute estere, materie prime o di derivati non è la stessa cosa. Parimenti è importante comprendere gli elementi di costo e di rischio che disegnano l’ambiente speculativo in cui il nostro paziente opera. Internet ospita diverse fonti informative, non ultimi gli stessi tutorial delle piattaforme che offrono la possibilità di operare.

Ci sono profili di rischio specifici per le particolari attività di trading, ma va ricordato che il rischio maggiore sta nella impredicibilità dei valori a breve/brevissimo termine. Il trading online inganna perché la sua natura estremamente tecnica porta a illudere “l’investitore” che le necessarie abilità e conoscenze incidano sull’esito dell’investimento, mentre di fatto siamo di fronte ad una scommessa. Inoltre, una volta avviata la spirale della compulsione, il paziente opererà in modo sempre più irrazionale e rischioso, preferendo la prospettiva di ampi guadagni a costo di rischi di perdite sempre maggiori.

Bibliografia e letture consigliate

Arthur J.N., Williams R.J. & Delfabbro P.H. (2016). The conceptual and empirical relationship between gambling, investing, and speculation. Journal of  Behavioral Addictions, 5(4), 580-591.

Fama, E. F. (1995). Random walks in stock market prices. Financial Analysts Journal, 51(1), 75–80.

Grall-Bronnec M., Sauvaget A., Boutin C., Bulteau S., Jiménez-Murcia S., Fernández-Aranda F., Challet-Bouju G. & Caillon J. (2017). Excessive trading, a gambling disorder in its own right? A case study on a French disordered gamblers cohort. Addictive Behaviors, 64, 340-348.

Shin Y.C., Choi S.W., Ha J., Choi J.S. & Kim D.J. (2015). Gambling disorder in financial markets: Clinical and treatment-related features. Journal of  Behavioral Addictions, 4(4), 244-9.

Youn H., Choi J.S., Kim D.J. & Choi S.W. (2016). Development and validation of a stock addiction inventory (SAI). Annals of General Psychiatry, 15, 16.

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