Che cos’è il gioco
I cuccioli di molte specie animali giocano tra loro e con i genitori, a dimostrare che il gioco è una attività universale che non interessa solamente gli esseri umani. Il gioco è una attività che oltre ad essere piacevole e gratificante, è anche strutturante, cioè aiuta la maturazione psicologica e l’acquisizione di importanti capacità personali e sociali. E fortunatamente ciò non riguarda solo i bambini, ma anche gli adulti.
Gli sport sono un esempio di giochi competitivi: il bambino che li pratica impara molte cose che gli saranno utili nella vita: rispettare regole e gerarchie, socializzare e collaborare per un fine comune (specie negli sport di squadra), sostenere lo sforzo per migliorare le proprie performance, sopportare le delusioni e le frustrazioni, accettare di perdere. La competizione è un elemento presente non solo nello sport, ma anche in molti giochi (nel biliardo, negli scacchi, nella dama, nei giochi da tavolo). Nei giochi competitivi è molto importante l’abilità del giocatore, cioè quella qualità che una persona acquisisce progressivamente con l’esercizio e la pratica: sebbene alcuni soggetti abbiano particolari talenti e riescano a raggiungere livelli di eccellenza (i cosiddetti campioni), chiunque è destinato a diventare più bravo con l’allenamento, almeno fino ad un certo livello.
I giochi di ruolo, il “facciamo finta che tu sei… e io sono…” aiuta il bambino ad esprimersi, a pensare in astratto (questo lo fa più compiutamente il ragazzino di una certa età), vedere le cose da un punto di vista che non è il proprio, capire la differenza tra realtà e rappresentazione. Questi giochi sono la base di arti come il cinema e il teatro.
Ci sono giochi il cui scopo è stimolare sensazioni psicofisiche di eccitamento: l’altalena, l’ottovolante. In questi casi l’aspetto di gratificazione è ottenuto dalla pura e semplice stimolazione psicofisica, in assenza di aspetti simbolici presenti nelle tipologie di gioco descritte precedentemente. Da sottolineare che quando queste attività raggiungono livelli di stimolazione intense (pensiamo ad esempio ad alcune attrazioni dei parchi di divertimento) alcune persone ne sono molto attratte, mentre altre ne sono disturbate e le rifiuteranno.
Cos’è l’azzardo?
Alcuni giochi si fondano sulla fortuna, sul caso. Il gioco dell’oca ad esempio si basa unicamente sull’esito del tiro di un dado; un gioco di carte come lo scopone ha una componente di fortuna ed una di bravura: generalmente nei giochi di carte la fortuna pesa maggiormente quando il livello di abilità dei giocatori è simile. Il giocatore di carte più bravo tenderà a vincere più spesso di uno meno bravo. Tuttavia “tenderà a vincere” non significa che vincerà sempre: l’abilità non è sufficiente di fronte alla sfortuna di avere in mano carte poco vantaggiose. Anche i giocatori di carte bravi devono fare i conti con la sorte. I giochi di fortuna si caratterizzano per la presenza di un generatore di eventi casuali, ad esempio il lancio di dadi, mescolare le carte, estrarre un numero alla cieca da un contenitore. I giochi elettronici producono elettronicamente gli eventi casuali.
Il gioco d’azzardo è definito dalla legge come una attività in cui: a) la fortuna è predominante nel determinare l’esito, b) è prevista una scommessa, una puntata in denaro o in altri valori. Il termine azzardo significa “attività rischiosa”: nel gioco d’azzardo l’elemento casuale è fondamentale mentre l’abilità conta relativamente poco o anche nulla, e da ciò origina il rischio. Al contrario, se la componente casuale fosse marginale non saremmo di fronte ad un gioco d’azzardo, bensì di abilità. Benché il termine “gioco d’azzardo” venga comunemente visto come una cosa estremamente negativa, un vizio, una attività moralmente negativa, in realtà esso è strettamente legato alla vita di tutti noi. Ogni volta che si spendono soldi in un gioco il cui esito è casuale si sta giocando d’azzardo: il Gratta e Vinci, la tombola, la pesca di beneficenza, il totocalcio, la lotteria di capodanno, sono tutti esempi di gioco d’azzardo.
Il gioco d’azzardo è in grado di indurre cambiamenti dello stato mentale e fisico delle persone, ad esempio è stimolante ed eccita sul lato psicofisico perché mettere a rischio una certa somma con la possibilità di ottenerne di più, ma anche di restare senza nulla, provoca un brivido che può essere gratificante per alcuni e disturbante per altri. Chi apprezza particolarmente tali stimolazioni potrebbe cercarne di sempre più intense scommettendo cifre progressivamente maggiori, e quindi rischiando di più. In una ipotetica partita di calcio tra una squadra di grandi capacità ed un’altra di riconosciuta inferiorità tecnica è possibile scommettere sulla squadra che ha maggiori probabilità di vincere, tuttavia il guadagno finale sarebbe estremamente scarso perché la vincita ottenuta è tanto minore quanto più facile è il pronostico. Scommettere invece sulla squadra data per perdente potrebbe, in caso di improbabile vittoria, portare ad una vincita molto maggiore. L’attesa dell’esito sarebbe caratterizzato da un brivido e da un eccitamento superiore, ma le probabilità di perdere sarebbero altrettanto elevate. Sia che il giocatore cerchi il brivido, sia che speri in un guadagno, tenderà a scommettere dove ha maggiori probabilità di perdere. In altre parole l’eccitamento costa denaro.
Un effetto dei giochi d’azzardo ripetitivi, ad esempio le slot-machine, è di attivare nel giocatore il “pilota automatico”: egli cioè entra in una sorta di stato di trance, un estraniamento da tutto quello che sta attorno o che gli accade dentro. Grattando i biglietti del gratta e vinci oppure premendo continuamente il bottone di una slot il soggetto entra in una dimensione personale dove il tempo scorre senza ansie, depressione, preoccupazioni, eccetera. Nel periodo di gioco la persona vive in una sorta di sospensione dal mondo. Questo fenomeno è chiamato dissociazione. Quindi oltre all’eccitamento il gioco d’azzardo può produrre un altro effetto, la dissociazione, che è particolarmente attraente per quelle persone che vivono situazioni difficili, di disagio personale e relazionale. Se poi si inizia a perdere cifre consistenti, tutti i giocatori si troveranno in difficoltà e la dissociazione comincerà a rappresentare uno stratagemma di fuga dall’angoscia del presente, purtroppo temporaneo e che non basta mai.
In Italia chi gioca d’azzardo è punito dalla legge a meno che non lo faccia attraverso una struttura industriale autorizzata dallo Stato. Come in tanti altri Paesi, anche in Italia negli ultimi decenni è stato dato maggiore impulso alla distribuzione pubblica di giochi a soldi, tanto che ormai anche nei paesetti più piccoli esistono tabaccherie o altre sale in grado di offrire alla clientela numerose tipologie di giochi a soldi. Le aziende che producono e forniscono i giochi stanno molto attente a che i loro prodotti siano regolati fortemente o esclusivamente dalle leggi del caso. Ciò consente loro di calcolare facilmente, con formule statistiche, le proprie aspettative di guadagno. Viceversa, se l’esito delle giocate fosse determinato anche dalla presenza di altre variabili, ad esempio l’abilità dei giocatori, queste rappresentano per il banco una pesante incognita, inaccettabile per una impresa economica. Questo quindi spiega perché non è possibile diventare bravi a giocare d’azzardo: la pratica e “l’allenamento” non consentono di aumentare le probabilità di vincere.
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