Secondo l’attuale definizione, il termine di disturbo da gioco d’azzardo indica la presenza di un comportamento di gioco persistente, ricorrente e inadeguato caratterizzato da: eccessivo coinvolgimento in termini di tempo, denaro e spazio mentale occupato dal gioco; bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere eccitazione ed euforia; incapacità di controllo e tentativi inutili e ripetuti di ridurre o smettere di giocare; irrequietezza o irritabilità quando non c’è la possibilità di scommettere; bisogno di giocare d’azzardo per alleviare sentimenti negativi come colpa, ansia, depressione; spinta a tornare a giocare dopo aver perso nel tentativo di recuperare le perdite; tendenza a mentire ai membri della famiglia o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo. Oltre ai precedenti, diversi altri comportamenti sono frequentemente presenti quando si gioca eccessivamente.

Custer nel 1984 distinse tre fasi nella storia del giocatore incontrollato.

a)     Fase della “vincita”

Inizialmente, durante le prime fasi di sperimentazione dell’azzardo, il giocatore ha la netta impressione di vincere denaro facilmente, di essere in un periodo fortunato e di diventare sempre più abile nel gioco. Egli si sente incoraggiato ad aumentare sia la frequenza delle giocate che il denaro scommesso. L’impressione di vincere è per lo più una impressione personale causata da una percezione selettiva: si tiene conto soprattutto degli esiti positivi e non di quelli negativi. Tuttavia può accadere che la reale vincita di una somma significativa conduca il giocatore a convincersi che sia facile ricavare denaro dal gioco. Sia che la vincita iniziale esista realmente, sia che venga solamente presunta, di fatto il futuro giocatore problematico aumenta frequenza e spesa. Logicamente vincite e perdite si alternano, ma è difficile in quel momento tener conto delle perdite reali dal momento che spesso l’umore è euforico e la persona è iperottimista. Frequentemente il giocatore, soprattutto se donna o anziano, si rende conto che il gioco oltre a dar piacere è anche in grado di distogliere l’attenzione da problemi, assilli, dispiaceri o addirittura veri e propri sintomi d’ansia o depressione esistenti in quel periodo.

b)     Fase della perdita e dell’inseguimento delle perdite

Prima o poi il giocatore diventa consapevole che la matematica dell’azzardo gli sta facendo perdere denaro. Se in precedenza si sentiva baciato dalla fortuna, questa volta interpreta le perdite come un fallimento personale e un voltafaccia della sorte. Qualche volta arriva a sospettare che i giochi siano stati truccati al fine di fargli perdere i suoi soldi. Le perdite sono ormai diventate importanti e il coinvolgimento eccessivo nel gioco viene nascosto ai familiari. Il giocatore vorrebbe rientrare di tutte le perdite per poi interrompere, magari per un po’. Egli quindi torna a giocare per rifarsi, scommettendo cifre sempre più elevate, ma sul piano pratico il buco economico si allarga sempre di più perché nel gioco d’azzardo vale la regola (statistica) che più si gioca, più si perde. La persona non riesce a trovare la soluzione: diventa ansioso, insonne, inappetente, irritabile, evita i contatti con i familiari e gli amici, si chiude nel silenzio, trova scuse sempre meno credibili per giustificare il proprio comportamento e la mancanza di denaro. Può sviluppare vere e proprie patologie da stress, come la gastrite, l’ulcera, l’ipertensione, l’infarto di cuore. La vita in famiglia diventa molto conflittuale, a volte con atti di violenza agita o subita. Il giocatore che fuma può cominciare a farlo sempre più smodatamente, ed è possibile che emerga anche un abuso di alcol o altre sostanze. Può iniziare a indebitarsi con amici, parenti, banche, società finanziarie, in certi casi anche con gli strozzini. Ormai il gioco e il denaro diventano l’unico pensiero del giocatore.

c)     Fase della disperazione

Prima o poi diventa evidente che i debiti non sono più pagabili e nuovi prestiti vengono rifiutati. La situazione economica è grave, le spese di famiglia sono ridotte all’osso e comunque non sono garantite. I progetti per il futuro dei coniugi e dei figli devono essere riscritti. Il giocatore è angosciato e disperato per la situazione economica e familiare, ma la disperata ricerca del colpo grosso è l’unica cosa che gli dà la tenue speranza di risolvere i suoi problemi. Si vendono beni di famiglia che poi si fingono smarriti o rubati pur di procurarsi denaro per giocare, e non raramente si arriva a compiere anche reati: falsificazione di firme sugli assegni, appropriazione di denaro della ditta dove si lavora, furti, truffe, talvolta vere e proprie rapine in negozi o banche. Compaiono pensieri di suicidio e qualche volta il tentativo di farla finita viene compiuto realmente. Nonostante da qualche parte ci sia la consapevolezza che non è più possibile recuperare le perdite, il soggetto continua a giocare.

Qualche volta il giocatore si convince a chiedere aiuto; qualche volta sono gli stessi familiari che, scoperto il problema, lo costringono a non maneggiare più il denaro e a rivolgersi a qualcuno per essere aiutato ad uscire dal problema.

Perché il gioco eccessivo è un problema sociale e sanitario?

Il gioco eccessivo è stato per lungo tempo considerato un vizio che riguarda persone dal carattere debole. Questo punto di vista è attualmente inaccettabile: oggigiorno ci sono chiare indicazioni che il gioco patologico è una vera e propria dipendenza, anche se non coinvolge sostanze. Vediamo i motivi che hanno portato a questa conclusione.

Le moderne indagini sulle funzioni del cervello attraverso la radiologia per immagini (PET, risonanza magnetica) e la determinazione dei livelli di agenti chimici coinvolti nelle funzioni cerebrali ci stanno mostrando che il sistema nervoso del soggetto con dipendenza da gioco mostra parecchie analogie con ciò che si rileva nel cervello delle persone con dipendenza da sostanze. In particolare è stato accertato che i meccanismi cerebrali che sono alla base dello sviluppo e mantenimento della dipendenza sono gli stessi sia nel caso di un coinvolgimento con alcool o droghe, sia nel caso del disturbo da gioco d’azzardo. Ad esempio c’è il coinvolgimento dei sistemi neurologici che presiedono a importanti funzioni quali: la gratificazione, la fissazione di ricordi di modelli comportamentali, il controllo degli impulsi, la reazione agli stress.

La “parentela” tra gioco eccessivo e dipendenza da sostanze è rilevabile anche dalla frequente compresenza di comportamenti di gioco problematico e di abuso di sostanze, soprattutto alcool, nelle stesse persone e nelle loro famiglie. Abuso di alcool non necessariamente va inteso come alcooldipendenza: molte volte si tratta di un bere eccessivo che si è instaurato negli anni senza che l’interessato o il familiare siano consapevoli che la quantità di bevanda alcoolica bevuta quotidianamente è abbastanza elevata da predisporre a disturbi fisici e a modificazioni dell’umore. Come abbiamo già visto, il gioco d’azzardo eccessivo può indurre un accanimento anche nel consumo di tabacco, con conseguenze sul piano fisico.

Un altro elemento importante è la frequente associazione del gioco eccessivo con disturbi di natura psichica quale l’ansia e la depressione, i disturbi bipolari, la tendenza costituzionale all’impulsività, altri disturbi del comportamento. Stati depressivi gravi con pensieri suicidari e rischio di suicidio sono piuttosto frequenti nei giocatori in difficoltà, e richiedono un trattamento specifico.

Il giocatore patologico è a rischio di soffrire di disturbi fisici, soprattutto conseguenza dello stato di stress cronico ed eventualmente dell’abuso di alcool e tabacco (gastrite cronica, ulcera gastroduodenale, ipertensione arteriosa, cardiopatia, disturbi epatici, disturbi posturali, eccetera).

Oltre ai disturbi fisici e psichici, il gioco d’azzardo eccessivo si associa a problematiche di tipo familiare e relazionale, aggressività in famiglia, isolamento sociale, problemi lavorativi, problemi economici, talvolta anche problemi legali. Si tratta in altre parole di un fenomeno complesso in grado di coinvolgere l’individuo e l’ambiente intorno a lui in modo del tutto simile alle dipendenze da sostanze. Alcune di queste problematiche sono di stretta pertinenza sanitaria, medica o psicologica, altre invece richiedono consulenza ed aiuto da parte di altri professionisti o esperti (avvocato, commercialista…).

Diverse ricerche hanno mostrato che i problemi derivanti dall’azzardo eccessivo coinvolgono non solo il giocatore, ma almeno altre 5-10 persone a lui vicine

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